Parla Matthieu Ricard, biologo molecolare diventato monaco buddista. E lo confermano gli scienziati che tengono monitorata la sua mente
Carriera brillante, conto in banca rassicurante, famiglia impeccabile, casa confortevole. È su questa strada che fate la corsa dei vostri sogni? Tirate il freno! Siete lontani dalla vera felicità. Parola di Matthieu Ricard, il biologo molecolare francese che trentotto anni fa, a 26 anni, si è buttato dietro le spalle un destino da scienziato all’Istituto Pasteur di Parigi per diventare un monaco buddista in Nepal, il portavoce del Dalai Lama e infine uno «scienziato della felicità». È lui, secondo l’università del Wisconsin, che tiene monitorata la sua mente con sensori che misurano le reazioni del cervello a stress, rabbia, depressione e anche a soddisfazione, gioia, stabilità interiore, l’uomo più felice del pianeta. Ricard ci dà una buona notizia: «La felicità è un’arte per tutti». Ma cominciamo dall’inizio. «Sono figlio di un filosofo e di una pittrice. Per casa giravano Luis Buñuel, André Breton, Henri Cartier-Bresson, Igor Stravinskij. All’università ho lavorato con due premi Nobel» racconta, «Una cosa però non mi convinceva: erano grandi personaggi, eppure umanamente non erano diversi da tutti gli altri. Io volevo migliorare come essere umano.
La mente è modificabile : se la si nutre di pensieri migliori, quelli tossici se ne vanno. E gli effetti sono fisici, non psicologici. Pare che l’emisfero sinistro del cervello, legato alle emozioni positive, si potenzi. Questo non ha niente a che fare con la religione, è la conquista di una libertà interiore. Quello che importa nella vita è darle un significato, non conta dove. Bisogna però chiedersi se quello che stiamo facendo porta davvero alla felicità.
Dedicare un po’ di tempo alla meditazione e’ utile per distaccarsi dai pensieri ossessivi e prendere familiarità con sentimenti positivi. Più questi occupano spazio dentro di noi, meno ne resta per quelli negativi. A questo punto le esperienze della vita saranno “lette” con più felicità. Anche dedicarsi agli altri attraverso il contatto fisico del massaggio induce in chi lo pratica uno stato di benessere profondo simile alla meditazione.
Facciamo tanto fitness per il corpo, perché non fare anche allenamento per la felicità?»
Fonte “Corriere della Sera”