CORSO DI MASSAGGIO EGIZIANO
8 e 9 febbraio
tenuto dal fisioterapista Federico Brufola
Nonostante il rogo dell’antica e immensa biblioteca di Alessandria, con tutto il suo tesoro di sapere, numerosi papiri e trattati medici sono giunti fino a noi per fare luce sulle vaste conoscenze che gli antichi egiziani possedevano in questo campo, conoscenze che in seguito verranno ampiamente assorbite dai greci alla conquista dell’Egitto da parte di Alessandro nel 332 a.C., e in seguito dall’Impero Romano.
Stiamo parlando di una civiltà sorta lungo le sponde del fiume Nilo ancor prima del 6000 a.C., presso la quale il corpo fu sempre oggetto di cura, anche dal punto di vista estetico, e di studio approfondito. La medicina egizia era ben nota anche negli altri paesi di tutto il Vicino oriente per la sua efficacia.
Da diversi trattati di medicina e da papiri medici, come ad esempio quello di Ebers, si apprende che gli egiziani potevano contare su vaste competenze anche in ambito erboristico, botanico e mineralogico.
Noto è il caso di alcune piante già da loro impiegate per unguenti e rimedi quali ad esempio la Verbena. Patroni della scienza medica erano il dio Thot, e ancor prima di lui, la dea Sekhmet, “ la Potente”, che poteva scatenare i demoni portatori di malattie oppure trattenerli. Imhotep, famoso architetto del grande faraone Djoser della III dinastia, durante l’Antico Regno, venne poi divinizzato e innalzato a dio guaritore in epoca ellenistico-romana.
Nell’Antico Egitto, l’arte medica era oggetto di insegnamento e veniva ancora trasmessa al tempo dell’Impero Romano. La professione di guaritore prevedeva diverse figure, dal momento che numerose erano le competenze in questo ambito, e talora l’impiego della magia. Nel sacerdozio risiedeva la condizione di partenza per intraprendere la professione medica.
Esistevano dei veri e propri centri per l’insegnamento, le “Case della Vita”, PeR ANeKH, dei sacerdoti della dea Sekhmet. La magia, Heka, veniva considerata una vera e propria scienza, ben lungi dall’interpretazione che se ne da oggi; se per noi magia significa l’insieme delle forze della natura, qui veniva intesa come l’insieme delle forze che dovevano proteggere la vita stessa.
Si faceva uso della magia per mantenere il corpo in armonia con il cosmo affinché potesse servire da ricettacolo per le forze vitali che si trovavano all’origine dell’universo. Ed ecco il compito del faraone: mantenere l’ordine del cosmo, la cosiddetta Maat, donata dagli dei per la vita degli uomini.
Fuggire il caos, restare in equilibrio, ricercare l’armonia, queste erano le parole d’ordine per il potere regale dell’Antico Egitto. Ecco dunque in quale contesto si inserisce quest’antica pratica massoterapica, chiamata anche Massaggio dei Faraoni.
Gli Egiziani erano molto esigenti in fatto di bellezza, e la cura e l’attenzione di cui circondavano il loro corpo non riguardava solo la classe più agiata ma anche il popolo che vedeva nei propri sovrani dei modelli da emulare. Celebre resta la figura della splendida regina Nefertiti ( dal suo stesso nome, “nefer” , “bella”).
Le varie parti di una pianta e i suoi fiori spesso trovavano un impiego nella realizzazione di oli e unguenti che servivano da cosmetici. Incensi, spezie e diverse specie botaniche entrarono a far parte sempre più della vita quotidiana delle dinastie reali e dei loro cortigiani, specialmente a seguito di nuove conquiste ed espansioni territoriali dell’Egitto da parte del faraone Thutmosis III, tra il 1479 e il 1426 a.C. nel Vicino Oriente.
Questo antico massaggio che ancora si offre a noi oggi può aiutarci a ritrovare serenità e un profondo stato di benessere e di equilibrio sia fisico che mentale; accompagnate dall’uso di oli con piacevoli fragranze, le manovre eseguite su tutto il corpo risultano essere particolarmente piacevoli e rilassanti. L’olio, poi, svolge un’azione emolliente ed elasticizzante sulla pelle, divenendo in questo modo un prezioso alleato per la sua e per la nostra bellezza.